Il nuraghe è una costruzione in pietra di forma tronco conica presente su tutto il territorio della Sardegna. Unici nel loro genere e rappresentativi della Civiltà nuragica sono considerati segni distintivi dell’isola.
Oggi ne rimangono in piedi circa sette mila (ma le fonti non sono concordi, qualcuno dice anche otto/nove mila), sparsi su tutta l’isola caratterizzando fortemente il paesaggio.
Facile immaginare che in passato i nuraghe dovessero essere molti di più. Costruiti a partire dal II millennio a.C, dal 1800 al 1100 a.C, non si è ancora giunti a un parere unanime circa la loro funzione che per alcuni era militare, dunque di difesa e vedetta, per altri era votiva e religiosa e secondo alcuni servivano da osservatori astronomici. Negli ultimi tempi si è arrivati alla conclusione che probabilmente i nuraghi avessero diverse funzioni in base alla posizione e al contesto ambientale in cui sorgevano.
La loro struttura può essere varia, alcuni sembrano dei veri e propri castelli nuragici il cui mastio poteva raggiungere fino ai 30 metri di altezza. La maggior parte però sono torri ristrette verso l’alto, un tempo alte dai 10 ai 20 metri, con un diametro massimo di 10 metri dislocate a poche centinaia di metri le une dalle altre, come testimonia la Valle dei Nuraghi, nella regione storica del Logudoro Meilogu, oppure le diverse testimonianze nelle regioni della Trexenta e della Marmilla.
Data la complessità e la varietà delle costruzioni dei nuraghi viene spesso data una suddivisione in 2 tipologie principali: il protonuraghe, detto anche nuraghe “a corridoio” e il nuraghe a tholos (a torre).
Il protonuraghe si caratterizza per una distribuzione degli spazi prevalentemente orizzontale, appunto in uno o più corridoi, piuttosto che la grande camera circolare tipica del nuraghe. L’altezza di questa tipologia di norma non superava i 10 metri anche se la superficie occupata era in media maggiore rispetto a quelli a torre. Dei circa 7.000 nuraghi censiti solo 300 sono di questo tipo.
La maggioranza dei nuraghi presenti sul territorio isolano sono del tipo a tholos. Al loro interno, oltre alle camere circolari si aprono spesso altri ambienti minori quali nicchie, magazzini, silos e, di solito, attorno alla torre singola si sviluppano anche architetture più complesse come bastioni con torri aggiuntive e cinte murarie.
Tutti i nuraghe venivano costruiti in posizioni dominanti come su un cucuzzolo, ai bordi di un altopiano o in prossimità di approdi lungo le coste. Non è strano però scorgerli anche nel mezzo di pianure come nel Campidano.
I villaggi nuragici, si trovano quasi sempre nei pressi di un nuraghe di riferimento e racchiudono i resti di diverse capanne assumendo dunque l’aspetto di un villaggio. Questi insediamenti erano costituiti da un insieme di capanne nelle quali si svolgeva la vita quotidiana delle popolazioni nuragiche. Il piü famoso è su Nuraxi di Barumini, patrimonio UNESCO, Tiscali sul Supramonte di Oliena e Palmavera ad Alghero.
I santuari nuragici (federali) sono die villaggi caratterizzati da una concentrazione di templi, fonti e pozzi sacri, poche capanne funzionali ad accogliere i pellegrini e in particolare dall’assenza di un nuraghe nelle immediate vicinanze. Esempi di Santuario Nuragico sono Santa Cristina a Paulilatino, Romanzesu a Bitti, Santa Vittoria a Serri.
Sul finire della civiltà nuragica si colloca il sensazionale ritrovamento dei giganti di Monti Prama, l’esempio di statuaria preistorica più importante del Mediterraneo, secondo per altezza alle sole statue dell’antico Egitto.