Al limite settentrionale della pianura del Campidano, nei pressi della foce del Tirso, al centro di un sistema di stagni molto pescosi, sorge Oristano, capoluogo di provincia dal 1974. La sua origine è fissata al 1070, quando dalla vicina Tharros, devastata dai Saraceni, la popolazione migrò verso il nuovo insediamento. A grande importanza assurge tra 1100 e 1400, quando, capitale del Giudicato di Arborea, è guidata da sovrani illuminati come Mariano IV e la figlia Eleonora, redattrice della raccolta di leggi denominata Carta de Logu.
Piccolo gioiello artistico, nel centro storico si trova la Cattedrale, realizzata nel 1228 con l’apporto di maestranze lombarde, poi ricostruita nel XVII secolo in stile barocco. L’esterno è caratterizzato dunque da una sovrapposizione di stili artistici così come l’interno dove eleganti schemi barocchi si alternano a forme neoclassiche e contemporanee, tutto adornato da opere d’arte come la statua lignea dell’Annunziata e quella marmorea della Madonna del Rimedio risalenti al quattordicesimo secolo.
La Torre di Mariano II, in blocchi di arenaria, venne fatta erigere nel 1291 ed è, insieme alla torre opposta di Portixedda, l’unica traccia dell’antica cerchia muraria.
La città ha anche dei bellissimi edifici civili come il neoclassico Palazzo Parpaglia dove si trova l’Antiquarium Arborense, che ospita diverse collezioni archeologiche provenienti dagli scavi di Tharros, una pinacoteca e una sezione dedicata all’epoca dei Giudicati.
Oristano vanta un’antichissima tradizione nella lavorazione della ceramica e fa parte del circuito nazionale Città della ceramica.
Area naturale di grande interesse vicino a Oristano è l’area marina protetta del Sinis, nel comune di Cabras, dove è possibile visitare le rovine di Tharros, vera e propria città fondata nel VII secolo a.C e abbandonata nell’XI, dove è possibile ripercorrere quasi due millenni di storia dalla civiltà nuragica fino all’età giudicale arborense. Il museo all’aria aperta è un anfiteatro naturale affacciato sul mare dove sono presenti i resti del villaggio nuragico, abbandonato prima dell’avvento dei fenici. Sempre nel comune di Cabras è imperdibile lo stagno caratterizzato da una grande varietà avifaunistica e da pittoresche capanne dei pescatori.
Nel comune di Oristano si trova anche il lungomare di Torregrande, di giorno meta di balneazione preferita dai giovani e dalle famiglie che al calar del sole si trasforma nel centro della movida estiva oristanese.
Peculiare nell’Isola la tradizionale manifestazione della Sartiglia, che si svolge secondo un rituale secolare nel periodo di Carnevale: infatti, fu introdotta probabilmente nel 1350 da Mariano II per festeggiare le sue nozze. Il capocorsa, su Componidori, figura di intoccabile sacralità, il giorno della gara, dopo essere stato vestito da un gruppo di ragazze in costume, is Massaieddas, guida il corteo di cavalieri mascherati, trombettieri e tamburini che attraversa la città fino alla piazza della giostra; qui, ad un segnale convenuto, si lancia al galoppo e, in corsa, deve infilare la spada nel foro al centro di una stella d’argento appesa a un filo: se ci riesce il raccolto dell’anno sarà abbondante. Così dopo di lui tutti gli altri cavalieri. Rappresenta l’evento oristanese più importante dell’anno che ogni anno attira moltissimi turisti da tutto il mondo. Durante l’evento la città si veste di festa e dopo aver visto la corsa alla stella e le pariglie (spettacolari acrobazie a cavallo) si gira per i vari stand ad assaggiare i dolci tipici del carnevale accompagnato da qualche bicchierino di Vernaccia di Oristano.
Altro evento degno di nota è l”antica fiera di Santa Croce o fiera nazionale di Oristano, dedicata all’esposizione delle razze equine italiane nate in Sardegna, che comprende una Mostra mercato agroalimentare e una Mostra mercato florovivaistica, si svolge nel mese di settembre. Per quanto riguarda la gastronomia, Oristano propone sapori forti ed inconfondibili: assolutamente da non perdere la degustazione della celebre bottarga di muggine (uova di pesce dissecate e salate), proveniente dai vicini stagni, e le anguille, cucinate secondo mille ricette. Tra i dolci, molto caratteristici i mustazzolus, a base di mosto di vino.